Ciao Aurelio!

Martedì 21 febbraio, alle ore 15.00, in sala Fermi si svolgerà una commemorazione laica per dare un ultimo saluto al nostro caro amico e collega Aurelio. Saranno presenti i familiari e gli amici e insieme potremo ricordare quanto Aurelio sia stato importante nella la nostra vita personale e scientifica.

Aurelio Grillo è stato un fisico teorico di grande valore, con una vastissima produzione scientifica che, in 50 anni di attività a partire dal 1967, ha abbracciato diversi ambiti, anche di tipo più squisitamente sperimentale. Questo suo contributo, sempre teso a svelare gli aspetti più fondamentali della Natura, ci ha lasciato un’imponente produzione scientifica con più di 300 articoli pubblicati sulle più importanti riviste internazionali.
L'attività di ricerca di Aurelio comincia presso i Laboratori Nazionali di Frascati, nel 1967, con la tesi di laurea svolta sotto la guida di Bruno Touschek. Nel 1968 entra nell'organico del gruppo teorico dei Laboratori di Frascati lavorando in un gruppo di ricerca formato da Raoul Gatto, Sergio Ferrara e Giorgio Parisi, rivolgendo il suo interesse verso aspetti più formali ed astratti della teoria dei campi. Di questo periodo (1973) è il leggendario lavoro sulle Algebre Conformi che è oggi riconosciuto come una delle basi dei successivi sviluppi che porteranno alla Teoria delle Stringhe.
Data la natura di Aurelio, la sua grande curiosità scientifica, i suoi interessi non potevano rimanere confinati ad ambiti formali di teorie di campo. Pertanto, già dalla metà degli anni ’70, rivolse il suo studio a problemi più generali riguardanti la stabilità del protone, da qui il suo interesse per i monopoli magnetici considerati possibili catalizzatori del decadimento del protone. La necessità di studiare effetti profondamente non perturbativi, come appunto le singolarità topologiche, lo fanno avvicinare alla regolarizzazione su reticolo. In questo campo, in particolare, instaura una fruttuosa collaborazione con ricercatori del Dipartimento di Fisica Teorica dell'Università di Zaragoza, una collaborazione trentennale che è proseguita fino ad oggi. I problemi affrontati saranno, oltre allo studio delle eccitazioni topologiche, l'effetto dei campi fermionici sulle proprietà del vuoto delle teorie di gauge e infine le teorie con azioni complesse.
Alla fine degli anni 80, Aurelio ha iniziato ad interessarsi a vari temi di Fisica Astroparticellare. Si trasferisce all’Aquila e partecipa alla costruzione dei nascenti Laboratori Nazionali del Gran Sasso, rimanendo per i successivi 30 anni uno dei principali attori dei successi di questa importante infrastruttura della ricerca italiana. Presso i Laboratori, Aurelio partecipa all'esperimento MACRO. Scopo generale dell'esperimento era la ricerca di nuove particelle, come i monopoli magnetici di cui Aurelio era esperto, e fenomeni rari in genere nella radiazione cosmica penetrante. Aurelio ha contribuito notevolmente all’esperimento occupandosi non soltanto degli aspetti fenomenologici ma anche dell’analisi dati per la ricerca di sorgenti puntiformi di fotoni e neutrini altamente energetici, di bursts di neutrini da collassi gravitazionali, la ricerca di materia oscura e lo studio della composizione della radiazione cosmica primaria attraverso l'analisi degli eventi multimuonici e la correlazione con l'apparato di superficie EASTOP a Campo Imperatore.
L’attività di Aurelio nell’ambito di collaborazioni sperimentali è proseguita a partire dal 2000 con l’esperimento Pierre Auger, dedicato all'osservazione dei Raggi Cosmici di energia ultra-elevata. L'Osservatorio è stato realizzato a Malargue (Argentina) e completato nel 2008. Oggi costituisce il più grande osservatorio di Raggi Cosmici al mondo. Come sempre nella sua attività, anche in questo caso, Aurelio ha dato un contributo decisivo non soltanto su temi di ricerca teorica ma anche sperimentale. In questo ambito, Aurelio ha partecipato in prima persona, spesso con lo “spirito del post-doc”, ai turni di presa dati dell'apparato di fluorescenza e alla misura dello spessore ottico dell'atmosfera, realizzando ed istallando l’apparato sperimentale Lidar Raman e seguendo l'analisi dati. In ambito teorico, Aurelio è stato tra i primi ad affrontare lo studio degli scenari astrofisici consistenti con le misure di spettro e di composizione di massa e la ricerca di violazione dell’invarianza di Lorentz. Quest’ultimo settore di ricerca ha visto in Aurelio uno dei pionieri nella modellizzazione fenomenologica degli effetti della gravità quantistica, già dal 1999 fu tra i primi a proporre test sperimentali di gravità quantistica attraverso segnali nei raggi cosmici di violazioni dell'invarianza di Lorentz.
In 50 anni di attività scientifica Aurelio ha sempre dimostrato grande amore per la didattica e per la formazione di giovani ricercatori; un'intera generazione di fisici, sia teorici che sperimentali, ha beneficiato dei suoi insegnamenti, in particolare all’Università dell’Aquila, dove ha insegnato a lungo Fisica delle Particelle e Fisica Teorica, ma anche presso i Laboratori del Gran Sasso, dove molti studenti prevenienti da tutto il mondo si sono avvalsi della sua guida. I “suoi” laureandi e dottorandi sono sparsi ovunque nelle migliori Università e Centri di Ricerca in Italia e all'estero. Infine, vanno ricordati l’entusiasmo, la passione e, a volte, la grande pazienza profusi da Aurelio nel difficile ed importante compito della divulgazione della Scienza presso il pubblico non specialistico. Aurelio è stato direttore del Museo della Fisica e dell’Astrofisica di Teramo, ha organizzato importanti eventi di divulgazione come la notte dei ricercatori ed è stato oratore in centinaia di incontri e conferenze destinate a studenti, appassionati o comuni cittadini.