Il test di trasporto per l'esperimento SOX

Il 10 ottobre 2017 si è tenuto un test di trasporto ai Laboratori Nazionali del Gran Sasso (LNGS) per l’esperimento SOX. Si tratta di un test di trasporto “in bianco”, cioè senza carico, allo scopo di verificare le procedure di trasferimento e movimentazione del materiale.

Il test di trasporto e movimentazione, che è in corso in questi giorni, si sta svolgendo in ottemperanza a una prescrizione dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), nell’ambito di una autorizzazione ministeriale con parere favorevole di Ministero della Salute, Ministero dell’Ambiente, Ministero del Lavoro, Ministero dell’Interno (Protezione Civile), Ministero dello Sviluppo Economico e di ISPRA, e in modo coordinato con le Prefetture dell’Aquila e di Teramo.



IL PROGETTO BOREXINO-SOX

Si basa sull’utilizzo di un innovativo generatore di antineutrini che lavorerà in tandem con Borexino: un rivelatore di neutrini sensibilissimo grazie alla sua ‘radiopurezza’, ottenuta riducendo la radioattività naturale presente normalmente in tutti materiali, e grazie alla sua collocazione sotto i 1400 metri di roccia del massiccio del Gran Sasso, che lo schermano dalla pioggia di raggi cosmici.



Grazie alla sua radiopurezza, Borexino è oggi il miglior strumento esistente per lo studio dei neutrini, particelle che esistono in grande abbondanza, ma che hanno massa quasi nulla e sono prive di carica elettrica e quindi interagiscono pochissimo con la materia: per queste loro caratteristiche riescono a fornirci informazioni uniche per la comprensione del nostro universo. Borexino, in funzione ai LNGS dal 2007, ha ottenuto in questi anni risultati scientifici di primissimo piano, riconosciuti in tutto il mondo con pubblicazioni sulle principali riviste scientifiche, come Nature e Physical Review Letters.



Il lavoro di Borexino in tandem con SOX ha l’obiettivo di provare l’esistenza di un nuovo tipo di neutrino: il neutrino sterile, la cui scoperta darebbe un importantissimo contributo per la nostra conoscenza della natura. Infatti, se esistessero, spiegherebbero alcuni effetti che sono stati misurati in molti esperimenti nel mondo studiando i flussi di neutrini. Inoltre, potrebbero contribuire a chiarire il mistero della materia oscura nell’universo.



Il generatore di neutrini SOX, in fase di costruzione in Russia sulla base delle più aggiornate tecniche, sarà schermato da uno scudo di oltre due tonnellate di tungsteno. Questo scudo, fabbricato appositamente per SOX, garantisce la totale protezione per le persone e per l’ambiente: la bassissima radioattività residua viene completamente annullata dalla schermatura dell’alloggiamento in cui sarà collocato SOX.



Il progetto prevede l’installazione del generatore SOX in prossimità dell’esperimento Borexino, in un alloggiamento che ne garantisce, appunto, il suo totale isolamento rispetto all’esterno. L’obiettivo di SOX è, infatti, produrre solo ed esclusivamente antineutrini, perché anche  la  minima presenza di  radioattività  inquinerebbe i rarissimi segnali lasciati da  queste particelle, oggetto di studio di Borexino. L’assenza di inquinamento da radioattività è una condizione necessaria per lo svolgimento di tutte le attività di ricerca ai Laboratori del Gran Sasso. Quindi, il totale isolamento dall’esterno del generatore di antineutrini è una condizione indispensabile per ragioni di salute pubblica e ambientali, ma anche scientifiche: se vi fosse anche la minima dispersione radioattiva, infatti, mancherebbero le condizioni per condurre gli esperimenti.



Il generatore è, quindi, totalmente sicuro anche in caso di incidenti di trasporto o incendi, come previsto dalle norme internazionali in materia, e può essere utilizzato senza alcuna precauzione particolare. Nessuna esposizione durante il periodo di attività dell’esperimento è dunque possibile, né per il personale dei Laboratori, né tantomeno per la popolazione e l’ambiente.

Solo le persone impegnate nelle attività di installazione del generatore nell’alloggiamento predisposto possono quindi essere soggette durante le operazioni a piccolissime dosi di radioattività, dosi di molto inferiori a quelle cui ciascuno di noi è soggetto quando si sottopone a una radiografia ortopanoramica dal dentista, a un esame mammografico, o viaggia su un volo intercontinentale da Roma a New York, durante il quale per via dell’altitudine è sottoposto a una più intensa radiazione cosmica.